28 ott 2009

Scuola nel caos


Tremila bambini delle elementari di Bologna e provincia non hanno iniziato le lezioni (obbligatorie) di inglese. Mancano gli insegnanti, «15 posti, il ministero non li ha assegnati», dice Sandra Soster, segretario della Flc-Cgil, in commissione a Palazzo d’Accursio. E se non arriveranno a breve, «questi bambini non raggiungeranno le duecento ore di lezione che danno validità all’anno scolastico». Per questo i sindacati hanno chiesto un incontro urgente al prefetto Angelo Tranfaglia, «per esporgli la situazione, questi alunni da due mesi non fanno inglese, siamo fuori da ogni immaginazione — tuona Soster —, se poi la situazione non cambia faremo un esposto alla Procura come persone informate sui fatti». Confida in un esito positivo della vicenda il direttore dell’Ufficio scolastico provinciale Vincenzo Aiello. «Il ministero è al corrente delle nostre inderogabili esigenze di garantire la lingua inglese — assicura —, c’è un po’ di ritardo nella risposta per il monitoraggio nazionale la cui scadenza è stata prorogata a oggi (ieri per chi legge, ndr). Confidiamo in una risposta positiva a breve».
I TAGLI - I sindacati erano stati invitati in Comune a raccontare gli effetti dei tagli dovuti alla riforma Gelmini. «Neanche il servizio minimo obbligatorio sono in grado di garantire da Roma», incalza Soster. «Per l’inglese chiedavamo 65 posti in luglio — spiega Patrizia Prati della Cisl scuola —, poi ne sono stati recuperati 25 dai tempi pieni. Con le ore eccedenti autorizzate e con i docenti con i titoli i posti mancanti sono diventati 15, frammentati in spezzoni di ore nelle diverse scuole». «Almeno in un paio di istituti ci sono le mamme che da volontarie fanno lezione di inglese al fianco della maestra — chiarisce Soster —, ci sono altre scuole, come a Castelmaggiore, in cui invece di tre ore di inglese se ne fanno due, e con due insegnanti diversi. La direzione didattica 3 ha bisogno di un insegnante, ma è la provincia, Crevalcore, San Giorgio di Piano, Calderara, ad essere messa peggio». All’istituto comprensivo di Crespellano infatti la dirigente, Carla Neri, non ha potuto usare ore eccedenti messe a disposizione dai docenti che già insegnano inglese, «mi mancano 25 ore su sei-sette classi, ma il Consiglio d’istituto ha deciso che, finché non sono coperte queste ore, in nessuna classe parte l’inglese. I genitori sono d’accordo, ma se non si risolve entro questa settimana cominceranno a farsi sentire». L’Asabo, l’associazione che riunisce i dirigenti scolastici, ha fatto un monitoraggio: «Mancano 285 ore — spiega Filomena Massaro della giunta —, alla DD 13 l’inglese non si fa in quattro classi, all’IC 9 mancano otto ore, si fanno le lezioni ma non d’inglese e i genitori sono sul piede di guerra».
VOLONTARI - Oltre alle mamme volontarie per l’inglese, «ci sono i pensionati che danno un mano a tenere i bambini disabili, ad esempio a San Giorgio di Piano — prosegue Soster —, mancano infatti 28 insegnanti di sostegno tra scuole dell’infanzia e primarie, sono 60 ragazzini bisognosi di assistenza lasciati senza quanto previsto dalla legge 104». E i volontari servono anche ad aprire e chiudere le scuole, «come succede a Lizzano», conclude la sindacalista. Ieri l’assessore comunale alla Scuola Simona Lembi ha portato in Giunta la delibera con cui l’amministrazione stanzia la prima tranche da 40 mila euro (per gli ultimi mesi del 2009) per il potenziamento del pre e dopo scuola con gli educatori comunali. Si dà così il via all’operazione «salva scuola», contro cui la stessa Soster si scaglia in commissione. «Non servono ore nei musei — dice —, ma piani formativi e di aggiornamento professionale per gli insegnanti».
Fonte: corriere della sera

18 ott 2009

Allarme Made in Italy taroccato


Roma, 18 ott. (Adnkronos/Ign) - La polenta diventa 'palenta' in Montenegro, la Barbera è un comune vino bianco sugli scaffali di un supermercato rumeno, il pecorino cinese è fatto con latte di mucca mentre la mortadella Bologna in vendita negli Usa si ottiene da carne di tacchino. Sono questi alcuni degli esempi dei prodotti alimentari tipici 'taroccati' scovati dalla Coldiretti nei diversi continenti ed esposti al Forum Internazionale dell'agricoltura e dell'alimentazione di Cernobbio.

Una vera 'galleria degli orrori' che raccoglie oltre cento 'falsi' alimentari d'autore: dai formaggi ai salumi, dal caffè ai biscotti, dall'olio di oliva ai condimenti, dalla pasta ai vini. Ed ecco che accanto al Chianti californiano e alla Fontina svedese, si trovano la ricotta australiana e inquietanti imitazioni di Gorgonzola, Soppressata calabrese, Salame Toscano, Asiago e pomodori San Marzano 'spacciati' come italiani. Un'esposizione completa che ha l'obiettivo di fare luce sul danno perpetrato nei confronti dei produttori agroalimentari italiani e rappresentato dal fenomeno crescente della pirateria agroalimentare internazionale che utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all'Italia per prodotti che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale.
''All'estero - stima la Coldiretti - sono falsi tre prodotti alimentari di tipo italiano su quattro con il mercato mondiale delle imitazioni di prodotti alimentari made in Italy che vale oltre 50 miliardi di euro''. ''In altre parole - precisa la Coldiretti - le esportazioni di prodotti agroalimentari made in Italy potrebbero quadruplicare se venisse uno stop alla contraffazione alimentare internazionale che è causa di danni economici, ma anche di immagine''. Il rischio reale è che si radichi nelle tavole internazionali un falso made in Italy che toglie spazio di mercato a quello autentico e banalizza le specialità nostrane frutto di tecniche, tradizioni e territori unici e inimitabili.
I Paesi dove sono più diffuse le imitazioni sono Australia, Nuova Zelanda e Stati Uniti dove - denuncia la Coldiretti - appena il 2% dei consumi di formaggio di tipo italiano sono soddisfatti con le importazioni di formaggi made in Italy, mentre per il resto si tratta di imitazioni e falsificazioni ottenute sul suolo americano con latte statunitense in Wisconsin, New York o California. Ma a preoccupare sono anche le tendenze di Paesi emergenti come la Cina dove il falso made in Italy è arrivato prima di quello originale e rischia di comprometterne la crescita. ''Siamo di fronte a un inganno globale per i consumatori - ha rilevato il presidente della Coldiretti Sergio Marini - che causa danni economici e di immagine alla produzione italiana e che sul piano internazionale va combattuto cercando un accordo sul commercio internazionale nel Wto ma è anche necessario fare chiarezza a livello nazionale ed europeo dove occorre estendere a tutti i prodotti l'obbligo di indicare in etichetta l'origine dei prodotti alimentari''.
Ad inaugurare il museo del falso alimentare il ministro del Welfare Maurizio Sacconi. "Siamo anche noi parte di quella battaglia per l'etichettatura obbligatoria dell'origine dei prodotti agroalimentari di cui l'Italia è apripista in Europa", ha dichiarato Sacconi. "Chiediamo alla Commissione Ue maggiore tutela dei nostri prodotti tipici sui mercati esteri - ha continuato - l'estensione dell'etichettatura d'origine, già ottenuta per l'olio, agli altri prodotti è quindi opportuna, per una questione di trasparenza. Solo la trasparenza può garantire di continuare senza problemi nel processo di globalizzazione dei mercati e nella contemporanea tutela dei prodotti tipici".

11 ott 2009

MOSTRE: LE OPERE DI GIORGIONE A CASTELFRANCO VENETO


CINQUE SECOLI FA MORIVA IL CELEBERRIMO PITTORE VENETO
Un appassionato viaggio alla scoperta del più enigmatico e misterioso artista del Rinascimento. E' la mostra dedicata al pittore Zorzi da Castelfranco (Giorgione), allestita nella città natale, Castelfranco Veneto, dal 12 dicembre 2009 all’11 aprile 2010 presso il Museo Casa Giorgione. Il Maestro di Castelfranco, cui vengono attribuiti alcuni dei più noti capolavori del Rinascimento italiano, sfugge ad ogni tentativo di delineare una biografi a certa, un catalogo delle opere definito, un’interpretazione unanime del significato di talune sue realizzazioni. Tanto la sua vita e la sua presenza risultano tuttavia fugaci – muore a poco più di trent’anni e la sua produzione viene circoscritta al massimo a tre soli lustri – altrettanto pregnante e rivoluzionaria appare la sua opera, capace di influenzare, con la potenza lirica della sua arte, l’uso del colore, e quel nuovo equilibrio tra uomo e natura, stuoli di artisti di diverse generazioni, lasciando un segno indelebile e imprescindibile per gli sviluppi della storia artistica seguente.
I 500 anni dalla morte di Zorzi da Castelfranco detto Giorgione (Castelfranco Veneto 1477/78 – Venezia 1510), secondo le ricostruzioni più accreditate, ricorrono nel 2010 e Castelfranco Veneto, città che oltre ad aver dato i natali al grande artista conserva uno dei suoi più importanti capolavori (la famosa Pala di Castelfranco) e uno dei pochissimi affreschi attribuiti al maestro (Il Fregio delle Arti Liberali e Meccaniche), promuove insieme alla Regione del Veneto – che ha anche istituito un apposito Comitato Regionale per il V centenario dalla morte di Giorgione – un’esposizione di alto respiro.

fonte:adnkronos

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